Come il sesso ha cambiato Internet e Internet ha cambiato il sesso

Hachette

Si tratta di una storia che procede in entrambe le direzioni: nulla come l’intrattenimento per adulti è sempre stato all’avanguardia nella tecnologia — dalla digitalizzazione delle immagini, alle prime chat, lo streaming, e l’utilizzo delle carte di credito online. Ma la tecnologia ha anche cambiato il nostro modo di pensare al sesso. In How Sex Changed the Internet and the Internet Changed Sex, Samatha Cole crea collegamenti attraverso la storia dell’informatica come la conosciamo, dai primi sistemi di incontri per computer a Bumble, dal Communications Decency Act al FOSTA/SESTA e da jennicam.com a Twitch.

da Quants numero 5, settembre 2023

Per la maggior parte dei miei studi ho ricevuto un’istruzione casalinga, come Samantha Cole. Internet per me è stato un modo di socializzare, soprattutto dopo numerosi trasferimenti dovuti al lavoro di mio padre. Internet per me è stato un modo di vedere come potesse essere la vita in altri posti, per altre persone. E mi ha permesso di trovare altre persone cui piacevano le cose che piacevano a me — i gatti, la fantascienza, e, non molto tempo dopo, il sesso. Internet è il modo in cui ho incontrato diversi amici importanti, molti partner sessuali, e un’intera carriera di collaboratori in ambito creativo. Internet è il mezzo attraverso il quale mi sono costruita una carriera, prima nella pornografia e poi scrivendo di sessualità, e il modo in cui ho costruito la mia comprensione di come le persone interagiscono tra loro. Per me, How Sex Changed the Internet and the Internet Changed Sex è stato in buona parte un viaggio nella memoria. Per voi, potrebbe essere un tour storico attraverso l’intangibile e quasi estinto mondo online degli albori. Per tutto il libro utili pop-up — che ricordano Clippy di Microsoft — spiegano alcuni termini, e le note a piè di pagina aiutano a collocare le pratiche dei servizi sessuali online all’interno delle regole del business, online e offline, di ogni epoca.

Inizia con una citazione di un giocatore di Lambda MOO (un vecchissimo gioco di gruppo online) di nome legba, che dice «… l’aspetto non conta e solo chi scrive meglio scopa». Cole descrive una connessione sociale incentrata soprattutto sul testo, e interazioni condotte esclusivamente tramite computer, prima da scrivania e poi portatili. Separa lo “spazio carnale” dal cyberspazio, dicendo «Quello che sedeva sulla sedia davanti al computer era solo carne». Gli utenti di Minitel (un precursore del world wide web) in Francia rappresentano un’eccezione degna di nota, perché sembravano considerare le scelte di stile degne di maggior considerazione rispetto all’avere avuto fortuna nella lotteria genetica. Successivamente, descrivendo la “maglia porosa” che divide Second Life dal mondo tangibile, avremmo potuto chiederci se questo confine fosse cambiato o se la nostra percezione di una separazione fosse sempre stata sbagliata.

Spesso ci riferiamo alle nostre menti e ai nostri corpi come a entità distinte, indipendentemente dal fatto che le discussioni siano filosofiche, teologiche o solo chiacchiere. Possiamo capire, in teoria, che il nostro pensiero è influenzato dal (e ha effetti sul) nostro aspetto fisico. Ma cerchiamo di separare i nostri pensieri dalla nostra forma esteriore, l’online dall’offline, e chi siamo da come appariamo.

Quella stessa confusione si manifesta tra mente e corpo, tra la società su Internet e quella offline. Non esiste una vera separazione. Tutto penetra all’interno di ogni cosa. Lo spettro non è lineare. No, piove a dirotto mentre il sole splende e gli uccellini cinguettano — tutto insieme. Internet è utopico e distopico allo stesso tempo, proprio come il mondo che connette.

In molti forum e chat era possibile evitare la domanda composta dalle lettere “a/s/l” che richiede all’utente età, sesso e luogo di residenza (age, sex, location). Una persona poteva essere giudicata interamente in base al contenuto di ciò che aveva scritto. Se queste sceglievano di rivelare dettagli demografici — background, età, professione — era un loro diritto. Ma non erano richiesti. Le nostre identità non erano legate a foto, ai nomi dell’anagrafe, alle pagine Facebook che tengono traccia della nostra storia di giovani e di adulti. Dall’anonimato potevano germogliare sentimenti utopici, l’idea di poter fuggire dai pregiudizi basati sui segnali visivi. Altre cause di questa inebriante speranza riguardavano le precise aspettative sui progressi della scienza e della tecnologia a cui questo tipo di comunicazione globale avrebbe potuto contribuire.

Stacy Horn, commentando il suo periodo alla guida di EchoNYC BBS, un sistema di bacheca online fondato nel 1989, ha detto a Cole: «È stato uno shock anche per me vedere che in realtà non era un’utopia». Molto più avanti nel libro, la dottoressa Angela Jones, autrice di Camming: Money, Power, and Pleasure in the Sex Work Industry, dice: «L’industria del camming (mostrarsi in webcam a pagamento, ndr) non è un paradiso utopico. È un mercato capitalista di sfruttamento che a sua volta riproduce la supremazia bianca, il patriarcato, il sessismo etero e cis, e l’abilismo».

Internet è stata costruita dall’umanità. Inevitabilmente raccoglie e mostra sia le nostre parti migliori che quelle più cupe. Il fatto ovvio che i nostri maggiori punti di forza sono anche le nostre maggiori debolezze svela l’esistenza di un confine poroso tra funzionalità e fragilità. Quella stessa confusione si manifesta tra mente e corpo, tra la società su Internet e quella offline. Non esiste una vera separazione. Tutto penetra all’interno di ogni cosa. Lo spettro non è lineare. No, piove a dirotto mentre il sole splende e gli uccellini cinguettano — tutto insieme. Internet è utopico e distopico allo stesso tempo, proprio come il mondo che connette.

Il canale alt.sex di Usenet (un altro precursore del world wide web) avrebbe potuto chiamarsi soc.sex. La sessualità era stata quasi classificata nello stesso gruppo della cultura, della storia e della politica. Invece, venne incorporata al ramo scherzosamente descritto come “anarchici, pazzi e terroristi” chiamato alt.* Se il gruppo di forum sulla sessualità avesse avuto una denominazione più rispettabile, forse non avrebbe poi prosperato nelle direzioni in cui lo ha fatto. Le discussioni su alt.sex.bondage su ciò che è e non è ok all’interno di una dinamica di potere BDSM sono il posto da cui deriva parte della mia comprensione del concetto di consenso. Questo significa che si poteva fare tranquillamente a meno di una comune educazione sessuale funzionale? No. Ciò significa che ogni bambino dovrebbe accedere a contenuti espliciti sulla sessualità senza accedere a una vera e propria educazione sessuale? Assolutamente no, e non posso sottolinearlo a sufficienza. Ma internet ha permesso conversazioni sulla sessualità, e riflessioni sulla sessualità, che altrimenti non sarebbero state possibili, e che credo abbiano avuto effetti positivi sulla nostra capacità di essere gentili gli uni con gli altri.

Cole menziona il rifiuto, da parte del correttore automatico di Android, di riconoscere svariate parole che hanno a che fare con la sessualità. Mentre scrivo questo articolo, “camming” e “cissessismo” vengono sottolineati in rosso tratteggiato, per indicare che non sono nel dizionario dell’applicazione. Durante il primo anno di pandemia, l’istruttore di una serie di corsi online a cui ho partecipato ha dimostrato il tasso di errore più elevato del solito delle trascrizioni automatiche di Zoom quando il soggetto era di natura sessuale. Su siti come OnlyFans, alcune parole possono essere digitate e altre no, senza che venga diffusa alcuna guida, e secondo regole che possono cambiare senza preavviso. Cole cita Val Webber, che scrivendo delle motivazioni per una sospensione dalla piattaforma, dice: «Esiste un codice di condotta a cui dobbiamo aderire, ma le regole sono vaghe».

Il podcast Hot Money del Financial Times fa risalire parte di questa confusione alle società di carte di credito, MasterCard e Visa. Nessuno ha la combinazione di desiderio e capacità di farsi carico del lavoro che servirebbe a delineare ciò che va o non va bene, parlando di sessualità. Il governo degli Stati Uniti si è rifiutato (dicendo più o meno «lo sappiamo quando lo vediamo», sigh), e altre nazioni utilizzano descrizioni altrettanto mal definite di ciò che delinea l’oscenità, la pornografia, l’erotismo e altre categorie. Viene quindi lasciato a MasterCard e Visa il potere di decidere su cosa, al di fuori di cioè che è semplicemente illegale, sono disposte a consentire i pagamenti, insieme alle aspettative e alle inclinazioni morali degli azionisti. Visa è stata recentemente coinvolta in una causa contro PornHub, ed è stata negata la sua richiesta di esserne sollevata: rischi come questo certamente influiscono sulle loro decisioni in merito a chi consentire pagamenti dalle loro carte. Rimane pochissima trasparenza su chi istituisce le distinzioni tra quello che può passare e quello che viene bloccato, o sui dettagli di ciò che è consentito e ciò che non lo è. Anche le linee guida delle piattaforme, basate sulle loro interpretazioni delle regole delle società di carte di credito, sono vaghe al limite del misterioso.

Una parola che è stata bandita per qualche tempo su OnlyFans è “cervice”. Se tentavo di inviare un messaggio con quella parola, un pop-up mi informava che non era consentito. Una collega ha ricevuto un avviso di violazione relativo a un video in cui posizionava una telecamera all’interno della sua vagina per mostrare a un iscritto la sua cervice. Successivamente, senza alcun tipo di preavviso o spiegazione, senza che io fossi a conoscenza del cambiamento, “cervice” è stata tolta dall’elenco delle parole vietate — per la digitazione. I termini di servizio non danno però alcuna indicazione per quanto riguarda il mostrarla. In uno spazio costruito sulla fantasia sessuale, come tante parti di internet, non possiamo parlare di una delle componenti più importanti dei nostri genitali. È un’altra divisione tra mente e carne.

Invece di utilizzare Internet per accedere a un mondo diverso, con valori diversi, abbiamo trasformato Internet in un riflesso sempre più dettagliato del nostro mondo fisico.

Cole scrive che «L’esibizionismo stava diventando meno una questione di Madonna nuda su un libro di foto e più il mettere in mostra la vita di tutti i giorni». Con gli influencer, ora abbiamo un ibrido di entrambe le cose. I modelli di nudo e i performer del porno devono attirare l’attenzione (e quindi il traffico) con i metodi degli influencer — video clip della loro vita personale, o che incorporino tendenze in rapido cambiamento — e gli influencer spesso mostrano i loro corpi per aumentare la visibilità del loro brand. Una mia foto in abiti succinti funziona meglio su Instagram e Twitter rispetto a una foto simile in cui sono più vestita. Considerando l’abbigliamento della maggior parte degli influencer e delle adult star nella maggior parte dei loro post, presumo che valga lo stesso per i miei colleghi. Allo stesso tempo, le richieste personalizzate che ricevevo erano spesso molto “normali”. Una normalità che a volte richiedeva un certo impegno, per la sua rarità nella mia vita.

Cole descrive i primi tempi di justin.tv (una delle prime piattaforme di streaming online) nel 2007 come caratterizzati da una forte dose di aspettative attorno alle possibili interazioni sessuali dello streamer titolare Justin. La piattaforma si trasformò rapidamente in una start-up e alla fine lanciò Twitch.tv. Per ogni e-girl appariscente o videogiocatore di qualsiasi genere, c’è una persona che mostra il suo processo di disegno o di animazione, o che invita gli amici per intrattenere complicate conversazioni. Preferiamo guardare, però, piuttosto che limitarci ad ascoltare. Stiamo replicando lo spazio carnale in modi più viscerali — la sua banalità, il suo focus fisico e il suo essere un’esperienza visiva. Invece di utilizzare internet per accedere a un mondo diverso, con valori diversi, abbiamo trasformato internet in un riflesso sempre più dettagliato del nostro mondo fisico.

Nella fase di lockdown della pandemia, internet è diventata quasi tutto. Era già un mercato e la spina dorsale della nostra vita finanziaria. Era già la principale, se non unica, fonte di intrattenimento per la maggior parte di noi. È diventata la nostra connessione con il mondo al di fuori dei lavori essenziali e delle commissioni essenziali, o dei momenti rubati. Il web era il modo in cui ordinavamo le provviste, consegnate o impacchettate per il ritiro sul marciapiede. Il modo in cui siamo rimasti in contatto gli uni con gli altri, e abbiamo cercato di soddisfare i nostri bisogni di socialità. Il modo in cui siamo andati a scuola, abbiamo mandato i nostri figli a scuola, abbiamo insegnato a scuola, o siamo stati contenti di non avere più nulla a che fare con la scuola. E, per alcuni di noi, il modo in cui abbiamo portato avanti la nostra vita spirituale. Mentre eravamo abituati a spostarci tra due sezioni che si confondevano l’una con l’altra, ora viviamo in un’indistinguibile zona d’ombra tra l’online e offline.

Mentre eravamo abituati a spostarci tra due sezioni che si confondevano l’una con l’altra, ora viviamo in un’indistinguibile zona d’ombra tra l’online e offline.

A prescindere da come internet, e la sessualità su internet, continueranno a svilupparsi, How Sex Changed the Internet and the Internet Changed Sex di Samantha Cole servirà a raccontare come siamo arrivati dove siamo. Come si sono sviluppati PayPal, Twitch, OnlyFans, OKCupid e Tinder. Le leggi che determinano chi può fare cosa sul web, e se può farlo per soldi. Cole continua a occuparsi della sessualità online, compresa la nuova richiesta della Louisiana per la quale i siti porno dovrebbero verificare l’età degli utenti attraverso documenti ufficiali. I consumatori sono riluttanti a inserire i dettagli delle loro carte di credito su siti web sconosciuti — saggiamente, visto che qualche decennio fa, con la scusa di verificare l’età, venivano utilizzati per fatturazioni non approvate. Sono anche poco propensi al fare monitorare le loro abitudini di consumo della pornografia.

Detto questo, qualcosa deve cambiare. Deve esserci un possibile equilibrio tra vietare tutto e l’accesso indiscriminato alle parti più complesse della sessualità che l’umanità ha da offrire presentate senza contesto. Casi come quelli delle citate truffe con le carte di credito, raccontati nel libro di Cole, ci aiutano a capire un po’ di quello che ha portato ai dibattiti di oggi. Oltre a collaborare con il governo — o verificare manualmente l’identità tramite webcam, cliente per cliente — non sembrano esserci opzioni che il pubblico sarebbe disposto ad adottare. E la diffusione di materiali educativi, spesso assurdamente soggetti alla stessa censura della pornografia hardcore, è troppo limitata per fornire tutto il contesto necessario. Le piattaforme di social media come Instagram e YouTube si trovano nella stessa posizione, presumibilmente altrettanto indesiderata, di dover decidere cosa è giusto e cosa non è giusto distribuire. Sin da prima dell’avvento del world wide web, ci siamo chiesti se le rappresentazioni della sessualità dovessero appartenere alla società o ai gruppi alt.* Il libro di Cole ci racconta la storia, così che, in futuro, potremo trovare strade migliori.

Scrittrice, icona dell’intrattenimento per adulti, e giornalista incentrata sui temi della sessualità e della pornografia, ha scritto per Guardian, New York Times, Playboy e Vice. Il suo primo libro, "Philosophy, Pussycats, & Porn" è uscito nel 2018 ed è stato tradotto in spagnolo e in russo. Oggi vive in Serbia con due gatti.